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Qualcosa oltre il vissuto


Domenica,
catino di cemento faccia-vista.

Settimo giorno òvvio, per te,
pedissequo ai feriali,
settimana nivea, marmorea
come una pila lustrale.

Settimo giorno attonito
come gli occhi di pietra delle statue
- sei giorni, sette notti di vacatio -
settimana di te decerebrata
come il bianco degli occhi.

Con un colpo di frusta s'è sganciata
la fune traente;
scarrucola all'indietro
questo amore lasco.

Ma no, suvvia : c'è solo
che tu hai portato sugli sci in vacanza
ed io ho accompagnato alla partita
questo amore nano,
che si rannicchia, spaurito del salto
nel mondo senza bimbi degli adulti.

Un ultimo grido nello stadio,
un ultimo barbaglio cauterizza
il parabrezza.

Con una carezza sulle palpebre
la notte sigilla la paura
di vivere qualcosa oltre il vissuto.

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