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Prima attesa


Qualcosa di proteso
e trattenuto
allingua sottilmente
il mare:
l'acqua
sommerge a pena
un'occhieggiante lastra di cristallo.
Come una lente,
sotto l'onda incerta,
la lastra in sospensione s'ispessisce
e, quasi mancando,
s'aggrava verso il fondo
nell'immobilità,
nel silenzio nervoso
che un'ondata
che si preannunci diversa
increspa d'impazienza.
Scompare interamente
e s'impietrisce
adesso...
...Un raggio più tiepido,
un soffio più fresco:
è l'alba.
Ecco uno scoglio - scabro -
ecco una vena azzurra
nell'acqua scolorita.
Tramortito un gabbiano
- sì, voglio! -
precipita nell'onda;
è già via,
laggiù una pallida piuma
sfiora in un guizzo
una cresta di spuma
e scompare.
Fitti fitti,
febbricitanti,
foglietti d'acqua
Di nuovo il gabbiano
s'avventa sulle lamine vibratili
e riappare,
sfocato,
e si dilegua
in uno sciabolare di riflessi.
Lo seguo
finché possibile
e lo attendo,
dopo avere distolto lo sguardo
senza peso.

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