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Officiano
i credenti le abluzioni
nel fiume, lento e dal mattino enfiato
per troppe lune che ha tenuto a galla.

Quietamente traghettano i viventi
col ventre gonfio d'aria masticata,
semisommersi li scortano i morti
appesantiti dall'acqua bevuta.

Ristagna
in assorta incubazione,
come febbre latente nel sonno,
il flusso in cerca della sua corrente.
A fiato a fiato
defluisce il fiume dentro la sua spoglia,
come la luce attraversa una lastra.
Puoi rispecchiarti nel suo lungo brivido
e, per un tratto, pareggiarne il corso.

Ma, per quanto t'immergi nel presente,
l'immagine riflessa è già passato.

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