pagina precedente

pagina successiva

Predestinazione


Sferisterio di ludi mediatici,
anfiteatro che ha l'erba per arena.

Roma scafata, Roma strafottente,
è qui il convegno dell'ultima fede:
sotto di me, tre gradinate in basso,
un uomo crede, collettivamente.

Roma greve, Roma a cosce larghe,
è come un grido dell'anima la ola.

Cattedrale di celebranti muti
e cori straripanti,
cerimonie di gesti non manuali
che temporizzano altissima l'audience.

Roma scostante, Roma indisponente:
sotto un cielo di pioggia,
tra le teste coperte dagli ombrelli,
un uomo che non vede si fa gente!

Roma incredula, Roma alla giornata.
Asperso dalla pioggia e dagli ombrelli,
la faccia tra le mani, un uomo prega.
Additato all'umana supponenza,
per arcano disegno è stato scelto
ed assembrato a rituale adunata.

Cattedrale di fine millennio
che ha per cupola il cielo!

Come batte l'onda la pioggia
così trascorre a braccia alzate la ola.
Ognuno di noi, su questa terra,
deve giustificare in qualche modo
la sua esistenza, con pensieri, azioni…
Loro, i predestinati, vanno esenti.

Scende come una cresima la pioggia…
Derisi, vilipesi, forse indegni,
per tutto questo tempo hanno creduto
con aggregazione totale.
Pregano, ma non chiedono al Creatore;
da che hanno aperto gli occhi, tutti eguali,
lo possono soltanto ringraziare
d'averli fatti nascere laziali.

pagina precedente

pagina successiva