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Peccato non originale


In attonite palpebre di cera
apre i fiori socchiusi la magnolia:
offre la sua fragranza bianco intenso
alla notte che addensa verde cupo.
Pių in alto, quasi in cima alla collina,
si staglia ancora una nube che allatta
le braccia ascendenti dei cedri.

Le spalle puntate contro il muro,
mi giunge dal tuo collo quel profumo
che credevo svanito, e non ti lascia.

Stordisce la notte di bianco,
coi suoi bulbi incensieri, la magnolia.
Perde l'orientamento un pipistrello
che gira in tondo ai suoi tumidi fiori.

Porti addosso, e non sai, questa presenza,
che nel buio si ridesta silente
come un dolore notturno,
tu portatore sano del tuo male
nel mio angolo d'attesa che si stringe.

Duri come castagne sono i miei occhi.
Pure, come tumide labbra,
pure prende alla gola il turgore,
sopra ogni altra cosa persistente,
della magnolia che si schiude in fiore.

E pių che mai, stanotte,
sono frutti carnosi alla tua bocca
i miei seni pressanti.

Oh sė, fin quando questa notte č tale,
come un rettile guizza il desiderio,
ancora, per un tempo interminato,
ancora, ancora s'erge in tutto il corpo,
cieco e fremente,
in disperato agguato.

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