pagina precedente


Vulcano


Già un'altra volta a te sono venuto :
come un subacqueo al buio,
come un pipistrello natante,
così in un altro tempo t'ho avvertita,
o forse in trance.

Foruncolo del dio,
rossa Vulcano.
Nata per sfogo,
per voglia d'Afrodite ti sei espansa.
E' un brivido il capriccio della dea,
un'onda che trascorre il suo favore.
Così t'ha colta Eolo,
boccheggiante,
e quasi per scommessa fecondata.

Ti pre-sente il gonfiore dell'acqua,
giunge da sotto il ventre il tuo calore.
Raso sul mare
ripassa avanti e indietro inquieto il
vento
cercando la tua boa per fare perno.

Sbianca la luna nel cielo offuscato ;
ma tuo tiranno è suo fratello Febo.
Ha stampato il tallone sul cratere
e col piede rovente ti ammattona
le bianche reni e la schiena fangosa.

Stiamo su te, tra le altre sei corolle,
fiore di ficodindia spampanato,
seduti ai bordi come su una zattera
con i piedi nel mare e gli occhi spersi.

Sette schegge di lava galleggianti,
sette scie luminose a San Lorenzo ;
sette crostacei al sole senza tempo,
sette sirene di cui ognuna è sola.

pagina precedente