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Magma


Brace fremente della piaga che incrosta,
sanguinaccio caramellato,
illanguidito al sole
come un coccodrillo appisolato.

Fiele urente
che filtra la sua bava coagulata,
strisciante di giorno sotto traccia
come il rancore ingrottato dei siculi.

Torrente che avvampa nella notte
d'una chioma mugghiante di cristallo
e bocca e visceri torce nello spasimo
d'unempito che strozza la montagna.

Materia grigia coatta nella teca
per riduzione di fratture antiche,
che rimpasta fetali pulsioni
nel subbuglio fondente dei precordi
e ribolle e gorgoglia ai crateri
in delirio di mosto traboccante.

Da visceri contratte il mio rigurgito
- in un'epifania vetrificata -
del bolo cocente che sale dal passato.
Rigurgito di te che m'hai ingozzato
del cibo dei dannati dell'inferno.

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