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Intermittenze


Galoppa,
galoppa via così col petto ansante,
affonda i denti nel collo della notte.

Galoppa in groppa a tutti i tuoi cavalli,
avventa la tua torma, ventre a terra,
contro il vento che le riempie le narici.

Con l'occhio acceso
avanti a me brandisco la mia strada :
ne ho tanta quanta ne dardeggia il faro,
un tratto dopo l'altro, a intermittenza.

Schiudono azzurri tunnel nelle tenebre,
come ossidriche fiamme, gli abbaglianti :
fanno da battistrada al mio respiro,
inarcano viadotti sull'abisso
che crollano appena attraversati.

L'amore ha di questi mancamenti.
Sento il tuo sguardo perdere colore
come il grigio reinverna l'azzurro
certi giorni metallici di marzo.
Non starò a calcolare la distanza,
differenziale, che per te mi manca ;
continuerò a proiettare la mia strada
incontro a te, un chilometro alla volta.

Del resto, è così che in me ti sento :
una stretta, una pausa, un'altra stretta :
non so ristabilire altro contatto.
Sistole, diastole :
trascino in fuga il treno da cui fuggo,
portando la sequenza dei tuoi baci
come vagoni che, senza più spinta,
siano instradati su un binario morto.
Sistole, diastole, a ritmi sincopati :
voglio lanciare la locomotiva
fino a sfondare il cuore della notte,
fino a sganciare in corsa i suoi vagoni.

E' una corsa in funzione della strada
o una strada in funzione della corsa ?
Tutto quello che esiste è discontinuo ;
perché non dovrebbe esserlo
la rincorsa a ritroso dell'amore ?
La congiunzione avviene solo in sogno,
dove il tempo non è una dimensione :
accade che speciali saldature
riescano solo in assenza dell'aria.
Rallenta, su, rallenta, è notte fonda ;
e leva finalmente gli abbaglianti.
Basta con questa corsa : come Achille
posso raggiungerti solo se m'aspetti.

M'ami o m'hai amato ?
Nemmeno tu forse sapresti dirlo.
Ti chiamerò nel buio
con lo stesso linguaggio intermittente.
Luce luce : linea linea ;
spento luce : punto linea ;
luce luce : linea linea ;
spento spento :  punto punto.
Sistole, diastole : ma meno martellanti
e intervallate da respiri profondi.

Lasciarsi andare giù, in caduta libera,
in questa nera eclissi del pianeta...
Hai soffocato in me ogni altra voglia,
come lo spegnitoio la candela.
Al modo in cui le case di Messina
- ribaltate, distorte, tremolanti -
si riflettono in mare a Cannitello
una volta ogni dieci o venti anni,
così nelle tue pupille è rispecchiato,
senza proprio spessore, il mio destino.

Dà pace, tuttavia, spegnere i fari,
come chiudere gli occhi, nella notte.
La saldatura avviene solo in sogno ;
non importa se è un sogno sognato.
Fresco, il vento s'ingolfa nella blusa
con la portanza avvolgente d'una vela.
Dolce è sentire espandersi i polmoni
come sopra il suo letto si solleva,
sulle ali della notte, la marea.
Dolce è sentire che non posso perderti :
la privazione di te
è un faro nero che mi fa da guida ;
risente, nelle notti senza luna,
il mare di un'oscura calamita.
Pallido, pallido azzurro,
azzurro pallido e intenso dei tuoi occhi !
Ah come dolcemente fu sgozzata
Nukhon, per aver scoperto il volto !
Aspetterò, la testa sul volante,
fino a vedere impallidire il cielo
dell'azzurro malato degli insonni.

Lampeggia in faccia un'auto che m'incrocia :
punto linea, punto punto ;
punto linea ;
ancora linea linea ;
punto punto.

Non s'è fermata, non ha rallentato :
non so s'è una risposta al mio messaggio.

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