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Il marchio sul sapone


Madida, l'alba
con un rullo d'afa
spiana in lunga lasagna l'autostrada.

Stesso banco d'ovatta all'orizzonte.
Per chi getta la spugna, uscita a destra :
stazione di servizio, a italica e turistica minzione.
L'orina scorre come la benzina.

Specchi schierati sopra i lavandini :
scrutando, in riga, identità sbiadite
stropicciamo la faccia tra le mani
come una saponetta consumata.

Strizza madide garze sulle tempie
un altro giorno di sòffoco,
snoda lenta le spire un'altra estate.

Albeggia con occhio lessato
questa tardiva estate
ed imperla di gocce il tuo pallore,
vitreo lo sguardo che segue l'asfalto,
appannato lo specchio
retrovisore.

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