pagina precedente

pagina successiva

Distacco


Conca incolore placcata di cirri
che si distinguono appena lassù !
A veleggiare la fuggente estate
sopra il silenzio di zinco dei monti
scorrono a soffi lunghi e ripetuti
le ombre e i vapori portati dal vento,
perdutamente spinti e poi lasciati
per approdare distanziati a oriente.

Rallentata mi penetra nel petto,
nella bocca e negli occhi, sostenendo
e sorpassando il suo precorrimento,
a tratti l'aria, che infine si tende
stringendo il cuore in una pena lenta,
che pure cede e come inutilmente
si svia e s'affloscia, attratta in un distacco
che aumenta al brusco cadere del vento.

Solo ora sento che mio padre è morto!
Prima dell'alba, per andare a caccia,
con lui salivo su per le colline,
tanti tanti anni addietro, incontro al vento.
Andavo, altero della sua fiducia,
e lui seguiva col passo un pò stanco,
la spalla noncurante e l'occhio acuto.

Immoto, è trasalito l'orizzonte
sbloccando nella volta ingigantita
spazi latenti dietro la calotta,
che arretrano in fondali opalescenti.
....Fondo di raso spianato in segreto
dalla carezza soffusa dell'alba
e in un immenso afflusso ora colmato
d'una colata liquida di vetro,
che appena si distende non si fissa
ma impallidisce rivelando il vuoto!

Frange il vento la siepe di noccioli,
scorre un brivido argenteo nella chioma
degli ulivi più già per la collina.
Chiudo gli occhi: il tuo volto è un pò smarrito
ma il tuo cuore galoppa sul sentiero
della mia giovinezza e la precorre
coi passi grandi di quand'ero piccolo.

Inalterato ritraspare il cielo
di sotto alla pellicola di luce,
impedita e adesiva nel suo gelo
ma che, insinuata nel suo stesso incaglio,
avanza a stento in lento disinganno,
come un chiarore crescente di luna....
quasi il tocco furtivo d'una mano
attesa tanto.... e poi non trattenuta
che un solo istante e come inutilmente.

.... E tutto il cielo sento allontanato,
per la sua sola altezza avido e intento.
Non è avanzato tuttavia il sole....
non è caduto tuttavia il vento....

pagina precedente

pagina successiva